San Cataldo

"Il Taumaturgo"

 

    Nato in Canty (Irlanda) tra il 610 e 620 e quasi universalmente riconosciuto che Cataldo ebbe i suoi natali in Manda; poiché non solo è possibile citare antiche autorità, in sostegno di questa tesi, ma il suo nome sembra derivare da Cathal, che era comune tra i prelati ed i principi della nostra isola. Quindi, si ritiene, che Cataldo debba essere l'effettiva forma latinizzata del suo nome. Il padre di Cataldo si chiamava Eucho o Euchu, ed il nome di sua madre era Athena, o Achlena, secondo gli Atti del santo. Secondo Peter de Natalibus la cittadina in cui nacque si chiamava Cataldus. In questa Vita del Santo, il Moroni riporta che il nome della cittadina in cui nacque era Rachau, per alcuni autori, e che era un luogo di una certa importanza, nella provincia di Munster; mentre per altri si chiamava Cathandum. Con queste ultime, sembra che il suo nome coincida. Il nome Cathaldus Rachau, egli suppone, vale per la sede episcopale del santo, e non al luogo della sua nascita. Negli archivi di Cataldo, il luogo della sua nascita è chiamato Catandum, che si dice sia stata una città della Numenia .- un errore, invece di Mumenia, Momonia, Mumonia, Monodia o Munster.

    Un luogo di nome Rally Carnai o Cathalstown, che esiste nella Diocesi di Killaloe, Baronato di Ormond e Contea di Tipperaay, viene citato, senza dichiarare, comunque, che questo possa essere stato il luogo di nascita del nostro santo. Vi è un'altra località di nome Ballycahill, nella stessa contea, ai confini con i Baronati di Kilnemanagh e Kinelgourty. Un luogo di nome Kill Cathuil, ovvero la "cella di Cataldo", esisteva a Munster, accanto ad un castello di nome Dun-Callaind, vicino Waterford, ed una città di nome Callaind, sui confini tra Leinster e Munster. Il Moroni ci informa che durante il periodo dell'Imperatore Adriano, o poco dopo la morte di Traiano, un uomo saggio di nome Dichus, dotato di facoltà profetiche, ebbe visioni riguardanti la futura grandezza di Cataldo. Comunque questo era un periodo troppo anteriore perché qualche profeta fosse vissuto in Manda, e si diceva inoltre che lo stesso fosse stato contemporaneo del nostro santo. Quindi, se dobbiamo tenere conto di questa asserzione di tali miracolosi eventi, precedenti e concomitanti con la nascita di Cataldo, Dichus deve essere vissuto in un periodo molto più recente.

    Questo profeta, ci dice il Moroni, vide una luce splendente al di sopra della casa dove viveva la madre del nostro santo, ed a quel tempo, lei stava quasi per dare alla luce suo figlio. Avendo avuto una premonizione Divina, riguardante la santità e le azioni del futuro santo, e le sofferenze di sua madre, Dichus si affrettò a recarsi presso la casa di Achlena per offrirle consolazione. Ma gli veniva rifiutato l'ingresso al momento poiché Achlena era sola e suo marito era assente. Comunque, dall'esterno della casa, sembra che Dichus abbia detto: "Sii coraggiosa, madre felicissima, né rimprovera l'Onnipotente per la sua noncuranza nei tuoi confronti, durante i dolorosi momenti del parto, né abbi paura di avvicinarti alla morte, né di aver bisogno di ciò che è necessario; perché tu crescerai un figlio, il propagatore della vera religione, che non sarà solo un onore per i suoi genitori ed il suo paese, ma motivo d'orgoglio per tutta l'Irlanda, ed inoltre diventerà l'eterno patrono di un popolo straniero".

    Dopo poco tempo Achlena diede alla luce il santo, e morì per i dolori del parto. Si dice che il suo bambino caduto su una pietra nella sala, lasciò impressa la forma del suo tenero capo anche sulla roccia, che per un certo periodo diventò cedevole come cera ammorbidita, e successivamente recuperò la sua rigidità originaria. Apparentemente illeso dagli effetti della sua caduta, il bambino si rialzò, ed abbracciò il corpo senza vita della sua genitrice, che si rianimò. Con il suo dito similmente indicò l'impronta lasciata sulla pietra. Un'infanzia cominciata così miracolosamente aprì la strada ad una gioventù di virtù e buone inclinazioni. Sembra che Cataldo sia stato formato alla famosa scuola di Lismore, successivamente all'anno 630, quando fu fondata. Egli più tardi insegnò presso questa scuola; e da quanto apprendiamo dai suoi archivi, la sua reputazione di educatore fu tale che galli, inglesi, scozzesi, tedeschi e persone dalle nazioni adiacenti si affollarono in quel luogo per imparare. Essendo stato promosso all'ufficio sacerdotale, Cataldo decise la costruzione di una chiesa, in nome della Beata Vergine, Madre di Dio, in modo tale da poterle dedicare frequenti preghiere, e con il suo esempio indurre altri a comportarsi similmente.

    Dalla sua esperienza, egli riconobbe i grandi vantaggi derivanti dalla sua potente difesa. Egli aveva appena delimitato le fondamenta ed iniziato il suo lavoro, quando l'unico figlio di un certo uomo morì di morte naturale, o per gli effetti di una frattura che si era procurato presso la costruzione. A quel tempo la pietra che era stata miracolosamente impressa al momento della nascita del nostro santo era stata messa all'aperto a Lismore, o a Cathandum. La stessa era oggetto di notevole venerazione da parte del popolo, non solo per il rapporto che aveva con la nascita del nostro santo, ma anche perché spesso la cavità si riempiva di acqua piovana, acqua nella quale numerosi infermi dopo essersi bagnati venivano curati da numerose malattie. In un'occasione un padre portò il cadavere del figlio presso questa pietra, sperando di riportarlo in vita bagnandolo con l'acqua che conteneva.

    Purtroppo, quando arrivò lì, scoprì che l'acqua era finita, per la scarsità di piogge, o per il grande numero di persone che erano avvezze a bagnarvisi. Ciononostante, la speranza del padre non fu abbandonata, poiché egli credeva nel potere di Cataldo di riportare alla vita suo figlio; poiché, era grazie ai suoi meriti che era stato trasmesso un miracoloso dono all'acqua contenuta in quella pietra. Egli si recò dal nostro santo, portando con sé il cadavere del figlio. Dopo aver pianto per la calamità occorsagli, il padre chiese a Cataldo di intercedere per lui. Il santo replicò: "Il figlio di queste lacrime non dovrà più sopportare una morte amara, o permettersi di causare una continua sofferenza ad un genitore dotato di una tale fede. Quindi, risorto alla vita, potrà sostenere la vecchiaia di suo padre.

    Da morto, è stato di peso alle spalle del padre, con un pio peso". Non appena queste parole uscirono dalle labbra di Cataldo, il giovane tornò in vita. Ciò fu causa di grande meraviglia tra gli spettatori, riunitisi nel luogo, ed il Cristo acquistò molte anime, il resoconto di questo miracolo incrementò la fama di Cataldo in tutto il distretto di quella contea, e presto venne riconosciuto come oggetto di venerazione, tra i servitori prediletti di Cristo.

    Nominato Vescovo di Rachau, morì l'8 marzo del 743.

 

Tratto dal sito www.sancataldosupino.it

 

 

La Vita Monastica

 

 

    La vita monastica è articolata in tre specifiche attività: lavoro, studio e preghiera.

    Il suo lavoro è stato agricolo ed artigiano.

 

La Chiesetta di San Cataldo