L'Inquinamento Elettromagnetico a Rocca d'Arce.

 

Lo Scempio delle Antenne Selvagge che abbiamo nel bel mezzo delle mura del Castello, non possiamo certo attribuirlo a questa Amministrazione che, con le leggi attuali non ha molti mezzi legislativi a disposizione per farle trasferire. Ma Esiste una delibera della Regione Lazio del 14.03.2007 sul trasferimento delle Antenne dal Castello a Monte le Reti (a circa 500 metri di distanza) e questo sito è, in base al parere della Regione, "A basso impatto ambientale e lontano dai centri abitati". Tutto ciò è Falso! Sappiamo benissimo che nella campagna di Rocca d'Arce ci sono tante case e che queste si troveranno a meno di 400 metri dal raggio di azione delle nuove antenne e da 2 chilometri in linea d'aria da quelle di Santopadre quindi, nel mezzo di onde elettromagnetiche che si sovrapporranno con tutte le conseguenze del caso...

Per far conoscere meglio ai cittadini di Rocca d'Arce l'effettiva esposizione elettromagnetica con cui ci troviamo a convivere tutti i giorni, voglio riportare l'elenco delle antenne che trasmettono da sopra il Castello:

LE TELEVISIONI

LE RADIO

 CH F RAI 1 * 
 CH G ITR (7 GOLD) 
 CH H1 SUPER 3 
 CH 23 MTV 
 CH 26 RAI 2 * 
 CH 28 RAI 3 * 
 CH 31 TELE A LAZIO 
 CH 30 TELE ROMA 56 
 CH 34 CANALE 5 
 CH 38 RETE 4 
 CH 40 CANALE ZERO 
 CH 55 MEDIASET dvb t 
 CH 56 TELE UNIVERSO 
 CH 58 CANALE ZERO 
 CH 60 TVR WOXSON 
 CH 64 LA 7 
 CH 66 ITALIA 1 
 CH 69 TELELAZIO 

 * SERVE SOLO ZONA ARCE
 RADIO GIOVENTU'
 RTL 102.500

 

COSA PUO' PROVOCARE L'INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO
 

L’inquinamento diffuso è diventato una delle preoccupazioni principali di chi quotidianamente si aggira in città sempre più invivibili e malsane. La casa sembra così l’unico rifugio dall'inquinamento elettromagnetico e dai veleni dissolti nell’ambiente: eppure anche questo luogo familiare può celare a nostra insaputa dei nuovi, temibili, tipi di inquinamenti.

Sul nostro pianeta è da sempre presente un campo elettromagnetico naturale, nel quale si sono sviluppate ed evolute tutte le specie biologiche: questo è rimasto grosso modo immutato fino all’avvento dell’era elettrica, che all’inizio del secolo ha determinato l’esordio di una delle maggiori e più invisibili alterazioni dell’ambiente urbano, con effetti anno dopo anno in preoccupante e inarrestabile crescita.

INQUINAMENTO DOMESTICO DA ELETTROSMOG

Alla corrente elettrica sono sempre associati dei campi magnetici, generati all’interno di un’abitazione dagli elettrodomestici e da tutte le apparecchiature elettriche ed elettroniche di uso individuale. Televisori, stereo, computer, tritatutto, radiosveglie (dannosissime se posizionate vicine alla testa durante le ore notturne), aspirapolvere, rasoi elettrici e asciugacapelli (micidiali per quantità di emissioni), forni a microonde, lavatrici: tutti oggetti che pur se qualcuno genera modesti e innocui campi elettrici altri invece provocano allo stesso tempo spaventosi e dannosissimi campi magnetici, risultanti dalla somma delle radiazioni provenienti dalle diverse sorgenti.

E’ dunque bene evitare la concentrazione di queste apparecchiature in spazi ristretti, o quanto meno avere l’accortezza di disattivarle quando non c’è reale necessità di utilizzo. E’ quindi buona abitudine spegnere il televisore invece di tenerlo in stand-by tramite telecomando (evitando in questo modo anche il consumo di 5-15 watt all’ora), non stare mai a meno di un metro dallo schermo televisivo o 5o cm dal monitor del computer (optando in questo secondo caso per i modelli a basse radiazioni o per quelli a cristalli liquidi, che generano modesti campi elettromagnetici), spostare tutte le apparecchiature elettriche (orologi, radio, segreterie telefoniche, ecc.) dalle vicinanze del letto in cui si dorme, non stazionare a lungo davanti ai vari tipi di elettrodomestici elencati mentre questi sono in funzione.
Un discorso a parte merita il telefono cellulare, pericoloso per la vicinanza del terminale alla testa dell’utilizzatore: questo va adoperato con l’antenna sempre completamente estratta e mai in vicinanza o all’interno di estese superfici metalliche (es. l’automobile), utilizzando ogni volta che è possibile l’auricolare e il microfono. Ma il problema più grande collegato all’utilizzo dei telefonini consiste nella necessità di ripetitori che propaghino nello spazio i campi elettromagnetici da questi generati, con onde che vanno dai 900 ai 1800 megahertz di frequenza. Sono queste antenne, ultime arrivate su tetti già intasati dai diversi impianti per la diffusione dei segnali radio e TV, a determinare il maggiore impatto sull’ambiente e la più pericolosa esposizione per la popolazione.

 

L’antenna sul tetto

Esiste una legge dello Stato (Dlsg. 381/98) che finalmente pone delle basi concrete per la tutela dei cittadini, fissando il tetto massimo di esposizione ai campi elettromagnetici ad alta frequenza. Si tratta di un contributo iniziale alla formulazione di una più completa legislazione che consideri la salute pubblica il solo ed unico obiettivo da perseguire.

 

La salute e la ricerca scientifica

Gli interessi economici in gioco sono fortissimi e pertanto la ricerca scientifica stenta a decollare. Gli studi sono spesso di parte e la confusione di notizie rende difficile la scoperta della verità, a tutto vantaggio dei grandi gestori. Questi accusano la stampa di aver montato un caso per far notizia e gettano acqua sul fuoco, incuranti delle reali preoccupazioni della popolazione. Poco si sa degli effetti che queste onde provocano sulla salute e la difficoltà di tutelarsi con una legislazione ancora impreparata deve rendere tutti molto diffidenti.
Si sa per certo che le finestre e gli infissi delle nostre case non costituiscono un ostacolo per i campi elettromagnetici, e in generale si può dire che bambini, anziani e portatori di pace-maker sono le categorie più a rischio.
Gli effetti dei campi elettromagnetici sull’organismo umano sono classificabili in due categorie, a breve e a lungo termine.
Gli effetti immediati delle onde ad alta frequenza (impiegate per le trasmissioni radiotelevisive e per la telefonia mobile) consistono nel surriscaldamento e conseguente danneggiamento di alcuni tessuti del nostro corpo, soprattutto degli organi più ricchi di acqua (come i testicoli e il cristallino degli occhi). I campi a bassa frequenza (generati dagli elettrodotti, dai trasformatori e dagli elettrodomestici) inducono invece delle correnti elettriche nell’organismo e possono alterare anche sensibilmente il funzionamento dei sistemi cardiaco e nervoso: mal di testa, disturbi del sonno, extrasistole e fibrillazioni ventricolari, senso di nausea, irritabilità e depressione, sono tutti effetti riscontrabili se l’intensità del campo elettromagnetico supera una certa soglia di sicurezza.
Gli effetti a lungo termine sulla salute sono più difficili da determinare, proprio perché la ricerca in questo campo è stata avviata solo recentemente. La scienza non ha ancora stabilito con certezza se esiste un legame diretto fra l’esposizione prolungata ai campi elettromagnetici e l’insorgenza di forme tumorali: diverse ricerche effettuate in tutto il mondo hanno però evidenziato il probabile nesso di causa ed effetto, registrando un aumento dei casi di cancro per esposizioni protratte e in particolare l’incremento di forme leucemiche infantili (i bambini assorbono infatti l’energia generata dai campi magnetici con più facilità, a causa della loro massa fisica ridotta). 

Effetti accertati

Un effetto accertato delle onde elettromagnetiche cosiddette ad alta frequenza (anche se non ionizzanti) è l'innalzamento della temperatura dei tessuti biologici attraversati, soprattutto quelli più ricchi di acqua. Nel caso dei telefoni cellulari, la potenza irradiata è bassa (solitamente minore di 1 watt) così che il riscaldamento prodotto è dell'ordine di poche frazioni di grado, quasi interamente localizzato nella testa dell'utente, inferiore comunque all'effetto di una esposizione di pari durata alla radiazione solare.

I soggetti portatori di pacemaker dovrebbero rispettare una distanza maggiore di 1 metro fra il telefono e il dispositivo medico, poiché le onde E.M. prodotte possono creare dei falsi impulsi nei circuiti che potrebbero scoordinare il ritmo.

Esistono studi che documentano svariati effetti dei campi elettromagnetici sulla salute umana.

I limiti imposti dall'ente americano tengono finora esclusivamente in considerazione gli effetti termici, di riscaldamento cutaneo causato dalle microonde.

1) Le radiazioni di microonde causano almeno due meccanismi che sono alla base dello sviluppo di un cancro: micronuclei e shock termico delle proteine.

1 a) Shock termico delle proteine: Quando avviene il surriscaldamento di punti nei tessuti umani, il corpo produce proteine per far fronte allo shock termico nel tentativo di proteggere e riparare le cellule surriscaldate [1]. Queste proteine proteggono anche le cellule cancerose rendendole resistenti alle terapie [2]. In molti tumori il numero di queste proteine risulta altissimo.

1 b) Formazione di micronuclei: I micronuclei sono filamenti spezzati del DNA ed indicano che le cellule non sono più in grado di ripararsi correttamente. Gli studi condotti dall'industria delle telecomunicazioni confermano che le radiazioni dei cellulari producono micronuclei nelle cellule ematiche umane a livelli ben più bassi rispetto a quelli previsti dalle normative in materia di esposizione del governo statunitense [3]. Tutti i tumori sono causati da un danno genetico e la presenza di micronuclei nelle cellule è il primo segnale d'allarme del cancro. I medici che curavano le vittime del disastro nucleare di Chernobyl del 1986 usavano l'esame dei micronuclei per determinare l'estensione del danno causato dalle radiazioni. A proposito, David de Pomerai, tossicologo molecolare britannico, ha confermato che le cellule con danni genetici non risanati possono diventare cancerogene in maniera molto più aggressiva [4]. Il ricercatore britannico Alisdair Phillips ha effettuato un'analisi più quantitativa che dà un'idea di questo aumento di aggressività delle cellule cancerogene con danni genetici, ed ha scoperto che pochi minuti di esposizione a radiazioni simili a quelle emesse dei cellulari possono trasformare un cancro attivo al 5% in uno attivo al 95%, il tutto durante l'esposizione e per un po' di tempo dopo [5].

Sommando i risultati di questi studi, alcune ore di esposizione a microonde molto basse rispetto ai limiti di legge attuali causerebbero un forte aumento dell'attività delle cellule tumorali, e danni genetici a queste non più sanabili, e trasmessi alle generazioni di cellule successive. Infatti, nel 2004, una serie di studi commissionati dall'Unione Europea ha confermato che i danni causati dalle onde emesse dai cellulari vengono trasmessi alla generazione successiva di cellule [6].

2) Effetti sulla tiroide: le radiazioni di microonde producono sul cervello effetti quali il rallentamento o l'arresto della produzione da parte della ghiandola pituitaria, detta anche ipofisi, dell'ormone stimolante tiroideo (TSH), determinando così una drastica riduzione degli ormoni tiroidei T4 e T3 [7]

3) Differenza fra radiazioni ionizzanti e radiazioni non ionizzanti: Spesso viene operata una distinzione fra gli effetti di queste due categorie. Gli effetti dei cellulari sarebbero più contenuti, dipendendo da radiazioni non ionizzanti. Tuttavia, gli studi sopraccitati sulle radio frequenze e le microonde confermano che radiazioni non-ionizzanti – quali quelle emesse dai trasmettitori radio e dispositivi senza fili – infliggono alle cellule umane lo stesso tipo di danno delle radiazioni ionizzanti, con gli stessi effetti cancerogeni. Riguardo agli effetti delle radiazioni ionizzanti c'è un sostanziale accordo (un esempio di studio documentato [8], dell'Accademia Nazionale delle Scienze, il quale ha confermato che anche dosi molto basse di radiazioni ionizzanti, dai raggi X ai raggi gamma, nel corso di tutta la vita, causano il cancro).

4) Effetti maggiori nei bambini. Gli effetti delle radiazioni elettromagnetiche sono più gravi se si accumulano nel tempo, ma esistono delle età più sensibili di altre. In altre parole, avere un'esposizione dai 30 ai 40 anni, ha un effetto minore di una subita dai 20 ai 30 anni, sebbene la durata sia la stessa. I bambini assorbono molte più radiazioni degli adulti [9]. La distruzione fin dalla giovane età di cellule neuronali annulla una "riserva cerebrale" che nella vecchiaia potrebbe compensare la morte di neuroni causata da Alzheimer o da altre malattie degenerative. Se il cervello ha un eccesso di neuroni utilizzati poco o nulla, questi possono tornare utile per sostituire quelli morti a causa di malattia della tarda età [10]. I ricercatori dell'Università dello Utah hanno scoperto che il cervello di un bambino di 5 anni assorbe una quantità di radiazioni quattro volte maggiore rispetto al cervello di un adulto, ed il fluido oculare di un bambino di 5 anni assorbe una quantità di radiazioni oltre 10 volte maggiore rispetto all'occhio di un adulto [11]

 

La legislazione in materia

In molti paesi sono già state attuate misure precauzionali per la salute pubblica, così come per l’ambiente: negli Stati Uniti, ad esempio, le aree per la collocazione di questi impianti di diffusione sono previste dai piani regolatori, che ne determinano persino l’aspetto estetico.

In Italia, a livello nazionale, esiste un Decreto legislativo interministeriale (Dlsg 381/98), che indica dei valori massimi di esposizione (limiti di cautela) pari a 20 V/m (volts-metro) e di 6 V/m per le zone residenziali, scuole e ospedali. Il decreto demanda poi alle Regioni una più accurata regolamentazione che a tutt'oggi risulta ancora inadeguata.

Ad esempio: per quanto riguarda il criterio dei valori massimi di esposizione il Comune di Roma ha emesso una delibera, la N°5187, del 29/12/98 avendo recepito rapidamente l’entità del problema, coinvolgendo ISPESL e ASL per garantire la massima tutela della salute pubblica. In questa delibera si esclude tassativamente la possibilità di consentire l’installazione degli impianti in esame sopra ospedali, scuole, asili nido, case di cura e riposo o nelle loro prossimità a distanze inferiori di 50 m. dal perimetro esterno.
Il Consiglio Comunale ha poi integrato questa delibera in data 22 marzo 1999, apportando importanti modifiche: le autorizzazioni o concessioni devono essere rilasciate dal Dipartimento IX - II Unità Organizzativa con l'acquisizione, negli atti istruttori, dei pareri rilasciati da tecnici abilitati relativi sia alla sicurezza statica dell'edificio e degli impianti installati, sia alla normativa sugli impianti elettrici (L. 46/90), fermo restando i pareri dell'ISPSL e delle ASL sul rispetto dei limiti di inquinamento. Tali disposizioni si applicano successivamente alla data di esecutività della nuova delibera, ma gestori e concessionari hanno 180 giorni di tempo per integrare la documentazione tecnica degli impianti già esistenti. E' stato inoltre introdotto il principio per cui tutti gli inquilini residenti hanno diritto di esprimere il loro parere, mediante voto in assemblea, nel caso in cui l'installazione di tali impianti comporti l'utilizzazione di volumi adibiti a servizi di uso comune (stenditoi, lavatoi, etc.). All'interno del centro storico non saranno autorizzate celle con potenza superiore ai 5 watt e il limite massimo di esposizione viene portato a 3 V/m contro i 6 V/m del D.L. 381/98.

 

Le microcelle: un’alternativa valida ma dispendiosa

Si tratta di un sistema che è già realtà in Spagna ed in Giappone, e che consiste nel posizionare un numero maggiore di antenne, molto più piccole, le quali producono onde con una intensità inferiore. Sono quindi meno dannose per la salute e comunque capaci di coprire il territorio in modo capillare. Questo sistema richiede però almeno inizialmente investimenti maggiori, ed è per questo motivo evitato dalle aziende che gestiscono le telecomunicazioni nel nostro paese.

 

Cosa fare prima dell’installazione?

Valutare con attenzione e prendersi tutto il tempo necessario per raccogliere informazioni è una buona regola di vita, valida anche in questa situazione. Tenete presente che è molto facile installare una antenna ma è assai difficile farla disinstallare. I cittadini possono comunque chiedere delle garanzie:

1) che il “fondo” elettromagnetico nell’area di installazione vada preventivamente misurato e che non ecceda di 0.5 Volt/metro nella gamma Microonde e Uhf;

2) che il nuovo impianto non generi, in nessun intervallo di 6 minuti nell’arco delle 24 ore, un campo superiore a 6 Volt/metro presso la vostra abitazione o condominio (balconi inclusi) e nelle case adiacenti nel raggio di 50 metri;

3) che la società di gestione telefonica sia certificata EU-Emas, oppure Iso-14001 (standard internazionali per le imprese che rispettano l’ambiente).

 

Ricordatevi che secondo le delibere dei maggiori Comuni bisogna rispettare un limite di 50 m. da case di cura, ospedali case di riposo, asili, scuole, chiese. Verificate pertanto la possibile presenza di tali attività in prossimità dell’edificio su cui va installata l’antenna. Ma se nel vostro quartiere o frazione sono già presenti fonti di inquinamento elettromagnetico, in base all’art. 2 del DM 381/98 l’antenna non si può installare. 

 

Se l’antenna c’è già

In base alla legge sulla trasparenza (n. 241\90) è possibile richiedere a mezzo  raccomandata A.R. indirizzata al Sindaco una copia dei certificati di compatibilità sanitaria rilasciati dalla ASL e dalla ISPESL. Il Sindaco ha 30 giorni di tempo per rispondere. L’unica possibilità per far disinstallare un antenna è che le disposizioni di legge non siano state rispettate alla lettera.

Note

[1] Fonte: "ROS release and Hsp70 expression after exposure to 1,800 MHz radiofrequency electromagnetic fields in primary human monocytes and lymphocytes," Lantow M, et al., Radiat Eviron Biophys, 03-22-06. See also: Cell Phones: Invisible Hazards in the Wireless Ag, op. cit.;

[2] Fonte: "Cancer Biology: On Heat Shock Proteins and Tumor Cells," Science Week, Nature 2003, 425:357) scienceweek.com

[3] Fonte: Cell Phones: Invisible Hazards in the Wireless Ag, op. cit.

[4] Fonte: New Scientist, 10-24-02

[5] Fonte: "Mobile Phones Linked to Cancer," BBC News, 11-9-1998. Article contains court testimony by cancer expert Alisdair Phillips

[6] Fonte: "Cell Phone Radiation Harms DNA, Study Claims," (Reuters) MSNBC, 12-04-04

[7] Fonte: "Effects of 900 MHz electromagnetic field on TSH and thyroid hormones in rats," Koyu A. et al, 2005 July 4;157 (3):257-62

[8] Fonte: "Panel Affirms Radiation Link to Cancer," Associated Press, 06-29-05

[9] Fonte: "Cell Phone Risks Cited in Studies: Three Groups find Danger of Tumors," N. McVicar, South Florida Sun-Sentinel, 02-01-05

[10] Fonte: "Neuropathology in Aging," D. G. Davis et al, University of Kentucky Medical Center, report presented at the Second Kuopio Alzheimer Symposium, Kuopio, Finland, January 2001. La sorprendente ricerca ha mostrato che i cervelli sottoposti ad autopsia di 89 anziani cognitivamente normali presentavano la stessa patologia riscontrata nei cervelli colpiti dall'Alzheimer, compresi decomposizione necrotica, depositi di amiloide e placche senili. I ricercatori hanno ipotizzato che queste persone siano andate avanti comunque normalmente perché possedevano un'ampia riserva cerebrale che ha loro permesso di funzionare normalmente malgrado il carico patologico

[11] Fonte: Cell Phones: Invisible Hazards in the Wireless Age, Dr. George Carlo and Martin Schram, Carroll & Graf Publishers, 2001.